Estratto per Rassegna Stampa da articolo completo disponibile sul sito della testata.
Il committente del progetto è la Renco SPA di Pesaro, che ha costruito l’immobile e ha affidato allo studio il progetto di layout distributivo e architettonico oltre ovviamente all’ interior design.
“Un lavoro estremamente interessante – dice Chiara Caberlon – in un Paese con una grande storia e una cultura affascinante, in cui il genius loci è entrato nel percorso progettuale, contaminandolo e arricchendolo con spunti e suggestioni.
Questo progetto è stato per noi una sfida che ha richiesto un impegno altissimo sotto diversi punti di vista, ma che è stata vinta appieno, nel rispetto dei tempi e degli obiettivi richiesti.
L’albergo vanta il brand DoubleTree By Hilton, uno dei marchi del settore hotellerie più noti al mondo e ha visto coinvolte, sotto la regia del nostro studio, alcune tra le più prestigiose aziende italiane nel campo dell’arredamento. L’italianità è stato insieme un prerequisito e un punto di forza che ha fatto la differenza”
Partendo dalle forme curve che caratterizzano l’immobile, si è optato per la creazione di grandi chiglie che generano giochi di volumi visibili dall’esterno e rendono la struttura architettonica unica nel suo genere. In una capitale come Yerevan, con una forte presenza di grandi alberghi dallo stile omogeneo, si è voluto tracciare un segno distintivo di design italiano, che facesse davvero la differenza.
La caratteristica più originale della struttura è la grande hall, alta otto metri e incentrata su un’ampia zona che ospita il caminetto, i bar e tutti gli spazi tipici di un albergo internazionale. Una parte di ristorazione affaccia direttamente sulla hall, creando una stretta relazione tra il groundfloor e il primo piano.
“Abbiamo usato tessuti con richiami ai colori tipici del luogo, in particolare il rosso e il blu, per reiterare il costante dialogo tra “il fuori e il dentro” e sottolineare la particolare predisposizione del territorio verso il culto del colore e degli oggetti, nonché quell’estetica costellata di segni grafici decorativi tipici che ritroviamo chiaramente nel ristorante e nella sala colazioni”.
Continua a leggere l’articolo sul sito della testata: